Featured

Giornata Mondiale del vento

Spesso usiamo l’espressione “veloce come il vento”. Ebbene, veloce in greco si dice aiolos (αἰόλος), da cui il nome Eolo. Personaggio variamente identificato e delineato negli antichi miti, Eolo era per lo più considerato signore dei venti, da alcune tradizioni un dio, forse nato mortale e reso immortale da Zeus per farne l’attento custode d’ogni soffio d’aria, carezzevole o burrascoso che fosse

* Uno dei miti lo vuole figlio di Poseidone e di Arne o Melanippe , con dimora nella sua reggia di Lipari, una delle incantevoli isole EOLIE

A Lipari il mito si intreccia alla leggenda a proposito dell’Arpa eoliana o Organo di Eolo. Nella realtà si tratta di un resto archeologico, una sala termale romana con tubi ed intercapedini risonanti al passaggio del vento; nella ancor viva narrazione leggendaria diventa uno strumento musicale costruito dallo stesso Eolo e suonato con note diverse da ciascuno dei vari venti della sua corte.

Omero, nel decimo libro dell’Odissea, fa parlare di Eolo Ulisse, che lo presenta come re dei venti, capace di governarli uno ad uno

Giungemmo nell’Eolia, ove il diletto

agl’immortali Dei d’Ippota figlio,

Eolo, abitava in isola natante ,……..

……….. E della pelle

di bue novenne presentommi un otre,

che imprigionava i tempestosi venti…………………….

………Prevalse il mal consiglio (dei compagni). L’otre

fu preso, e sciolto; e immantinente tutti

con furia ne scoppiâr gli agili venti.

Caserta

Un’altra epica tempesta di venti, scatenata proprio da Eolo su ordine di Giunone per ostacolare il viaggio di Enea verso l’Italia, è quella narrata nel I libro dell’Eneide di Virgilio. Ed è anche il tema ripreso nel progetto della Fontana di Eolo, gruppo scultoreo della Reggia di Caserta, rimasto incompiuto
Borea V sec a.C. figurfe rosse

 

* I venti, di solito personificati in vasi e bronzi antichi come figure maschili alate,

trovano una splendida e corale raffigurazione sulla Torre dei Venti nel Foro romano di Atene, monumento riportato alla luce nel corso del 1800, recentemente restaurato.

 

Costruita tra il II e il I sec a.C. dall’astronomo macedone Andronico di Cirro, alta 12 metri, la torre ha forma ottagonale e un diametro di circa otto metri: è considerata una testimonianza tardo ellenistica giunta fino a noi in ottimo stato, nonché la più antica stazione meteorologica. Ciascuna delle otto facciate è dedicata ad uno degli otto venti principali di cui indicano la direzione.

Le sculture del fregio che, al di sotto della cornice, corrono tutte intorno, li rappresentano con i rispettivi punti cardinali.

Tramandati dal mito come figli del titano Astreo e della dea dell’aurora Eos, descritti, tra gli altri, da Strabone con agora_romana_06-650x436caratteri e storie personali, gli otto venti sono raffigurati sulla torre come figure alate che, giungendo in volo, recano doni della natura, fiori, frutti, corni, ceste d’acqua, simboli della stagione e del luogo d’origine. Ogni scultura, quindi, caratterizza ciascuno con attributi e particolari della tradizione. Ad esempio, Apeliote, vento di Sud Est, come un giovane che porta un cesto colmo di frutti e cereali; Austro, vento del Sud con un’urna piena d’acqua, pronto a rovesciarla sotto forma di acquazzone; Zefiro, vento di Ovest, è raffigurato come un ragazzo imberbe che dissemina fiori nell’aria.

Sotto il fregio nove meridiane, aggiunte all’opera iniziale, indicano l’ora solare in ogni periodo dell’anno.

Un orologio idraulico, di cui rimangono oggi pochi resti, era collocato al suo interno e funzionava grazie alla fonte Klepsidra (da cui il nome clessidra) che sgorgava sull’Acropoli.

Probabilmente a questa Torre si sono ispirati gli architetti che in varie epoche successive hanno eretto Torri dei Venti in alcune città come Livorno, Bergamo, Firenze, Sebastopoli.