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Giornata Mondiale del Gabinetto

Fra i tanti bisogni dell’uomo c’è anche quello di fare i bisogni.

Sappiamo che nei lunghi millenni del paleolitico, i piccoli gruppi umani nomadi riservavano a ciò uno spazio in fondo alle caverne, sicché i numerosissimi coproliti fossili che ci sono pervenuti sono stati per gli scienziati una miniera di informazioni sulla dieta e sulle malattie di quegli uomini primitivi. La gestione dei rifiuti cominciò a porsi con l’insediamento stabile del neolitico quando si scoprì che le deiezioni potevano essere usate come concime, ma fu solo con l’inizio dell’insediamento urbano che sorse il problema dello smaltimento, in Mesopotamia, all’incirca nel IV millennio a.C.
Di civiltà in civiltà (Mesopotamia, Egitto, Grecia, Roma) sorsero le prime fosse, le prime canalizzazioni, le cloache, gli ambienti.

Tali ambienti a Roma e in tutto l’impero erano pubblici e si chiamavano latrinae (da lavatrinae). Lungo le pareti erano disposti sedili (detti sellae pertusae) a distanza ravvicinata, ciascuno col proprio foro. Al di sotto fluiva acqua corrente che portava via le deiezioni che cadevano dall’alto. Un’altra canaletta d’acqua scorreva ai piedi delle persone sedute: serviva per intingervi lo xylospongium (un bastoncino con in cima una spugna) utilizzato per pulirsi dopo l’atto.

Latrina Ostia Antica e Ricostruzione grafica
Latrina Ostia Antica Ricostruzione grafica

Le persone sedevano le une accanto o dirimpetto alle altre: si chiacchierava, si discuteva, si stringevano accordi: talora i locali diventavano dei comodi punti di riferimento e di appuntamento. Un certo Vacerra, a sentire Marziale (Epigr., XI, 77), vi passava l’intera giornata nella speranza che qualcuno lo invitasse a cena (“cenaturit …, non cacaturit”). Svetonio riporta l’episodio di Lucano, il quale ce l’aveva a morte con Nerone: avendo fatto un tale rumore da mettere in fuga tutti i presenti, se n’uscì con un emistichio dell’odiato imperatore: “Si direbbe che abbia tuonato sotto terra” (“Sub terris tonuisse putes“).

C’erano latrine abbellite con statue (specie di Igea, la dea della salute), zampilli, mosaici, disegni. In quella di Antiochia ad Cragum, in Turchia, c’erano due mosaici riproducenti irriguardosamente Narciso e Ganimede.